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![]() Politico e Poeta d'altri tempi |
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Lo
scontro fra i partiti era duro ed intriso di fattori ideologici. Ciò
emerge costantemente dall’analisi degli scritti di quel periodo, in cui
si condannava, ad esempio, la scelta del governo nazionale di spendere
somme inaudite per il riarmo anziché per la povertà e i bisogni sociali.
Anche su questi temi si delineò il confronto durissimo tra i partiti di
sinistra, il loro retroterra culturale, sociale e la DC, forza di governo,
sostenuta dai chierici e dai ceti benestanti. La critica feroce s’appuntò
sugli interessi di correnti, gruppi e notabili locali, che allontanavano
la risoluzione dei problemi (appalti per la nettezza urbana e l’energia
elettrica, la distribuzione fiscale, il piano regolatore). Sul banco degli
imputati, a turno, salirono gli uomini politici che, a causa di «crucci,
bizze, gelosie, ambizioni e compromessi» danneggiavano la città. Non si
fecero sconti neanche nelle battaglie per la gestione di istituti quali il
Convitto Cagnazzi, l’Asilo Infantile ed il Civico Ospedale e contro gli
enti assistenziali.
Nelle denunce, respingeva il leit-motiv usato dagli amministratori: «Non ci sono case». Sosteneva: «Le case ci sono, ma per certi professionisti, commercianti e medici, i quali possono ben pagare i fitti correnti se comprano automobili e accessori e lasciare i nuovi stabili edificati a Monte Calvario agli operai e ai senza tetto.
Che ci fa il Sindaco o la
commissione per lui nell’assegnazione delle case INA o Fanfani? Lo sa il
Sindaco che esistono i rioni della Giudecca, del Tradimento e
dell’Inferno, le cui condizioni sono ben definite dalle stesse
denominazioni? Lo sa di certo, ma non ci ha mai messo piede. Forse si
affaccerà tra poco in occasione delle elezioni comunali.» pag. 4 di 7
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A
mio padre
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