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![]() Politico e Poeta d'altri tempi |
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«Alla
vista delle paludi del Basentello e del Bradano, del deserto della Murgia
una lagrima brillò sull’occhio di Canio Musacchio; alla vista degli
uomini piegati sulla terra e che nel campo vedeva all’alba, e lì li
ritrovava a mezzogiorno e lì li salutava a tarda sera, l’instancabile
pioniere pianse…
Pietre, pietre,
pietra! In cima, o sul fianco delle Murge, se ne sta tutto solo qualche
alberello di fico selvatico o di mandorlo. Una macchia, come
d’inchiostro, qua e là, con scarsezza di foglie e di rami, si staglia
sul biancore della pietra.
«Il
pastore che conduce il gregge non trova l’ombra fresca d’una folta
pianta o d’una fonte. Ma sfugge i raggi del sole cocente di luglio
rifugiandosi sotto un ampio ombrellone che porta seco. Egli stesso lo ha
lavorato con rami d’olivo e bacchette di canna. Il gregge vaga senza
ristoro di erbe. Tra quelle pietre e sassi non scorre un rigagnolo, non
sorge una fonte.
«Le
viscere della terra sono arse e bruciate. Neppure a primavera con le nevi
di poco sciolte e lo zefiro tiepido, spunta il fiore; soltanto la
spaccapietra si affaccia fra le rocce. La piana che si allarga ai piedi
della catena montuosa anch’essa è priva di correnti d’acqua. E là,
in quelle zone ove scorre un torrente, sorgono paludi che da anni ed anni,
mietono vittime umane, onesti e laboriosi contadini, ignoti eroi che dal
bisogno e dalla prepotenza del padrone furono costretti a bonificare con
la zappa un lembo di quella terra paludosa.»
E
ancora: «Triste spettacolo quello che offre la regione interna murgiosa
di Puglia e di Lucania! Gli uomini hanno il colore della terra cui sono
piegati per molte ore, nella schiena una curva che col tempo impedisce al
sofferente di drizzarsi. Rispettosi, ospitali e buoni si scoprono il capo
quando ti avvicini e ti danno dell’eccellenza. Per loro chi sa leggere
ed ha le mani lisce è un galantuomo. Essi non sanno immaginarsi un modo
diverso di rispetto, poiché sono le tradizioni della famiglia. In questo
senso sono rassegnati con fanatismo religioso al loro destino. Tutto ciò
che è segno di progresso è dovuto al padrone ed al signore.
Sorge dallo spettacolo ingrato della natura e degli uomini la necessità di un mondo più equilibrato e ravvicinato.
Questa necessità, se anche non
appare al contadino padre che ormai non sa e non vuole più rassegnarsi ad
una vita che non sia quella che da sessant’anni conduce, diviene una
forza prepotente nei figli, i quali superati il fanatismo religioso e il
sentimentalismo familiare, hanno acquistato nelle quotidiane lotte la
coscienza di classe. Essi hanno rotto i primi anelli della catena secolare
che li legava alla terra e l’incanto dei mercati umani.
«Le
stelle occhieggiano nel cielo ancora e sulla piazzetta centrale del paese
vagano nella penombra centinaia di giovani, braccianti e salariati, in
attesa che qualcuno li comperi. Lo sconcio del mercato umano, purtroppo,
sussiste ancora anche nei centri capitali del bracciantato. La lotta
investe nel suo piano insieme al riscatto economico, quello morale, della
personalità, è vero: ma è altrettanto vero che più feroci si oppongono
le forze del male e dell’egoismo a reprimere i tentativi di avanzamento
delle masse proletarie...» pag. 6 di 7
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A
mio padre
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